Solo la luna resta a farmi compagnia…
Paduli lì,21/12/2021
Solo la luna resta a farmi compagnia…
Persona molto legata alla nostra terra e alla nostra cultura, Giovanni Saccone rappresenta una delle più autentiche voci padulesi, il quale non ha mai abbandonato il dialetto originale. Conservare questa tradizione è fondamentale per Saccone come monito per le future generazioni, per far sì che usanze e costumi restino impresse il più lungo possibile per dare la possibilità a chi non ne ha avuto modo di conoscere quelle radici, le fondamenta che hanno forgiato generazioni e generazioni di padulesi.
Il poeta si impone l’obbligo di scrivere prettamente in dialetto padulese, solo un vago ricordo per alcuni, quel dialetto che oggi lo rende fiero ed orgoglioso.
“Giovanni perché scrivi in dialetto?”
“Il dialetto è l’unica forma di attaccamento alle proprie radici, è l’unico
modo per scrivere certi sentimenti che con l’italiano non si riescono a
cogliere in modo pieno. In un’intervista, anni fa, ho spiegato con un
esempio perché usavo il vernacolo. Il dialetto è importantissimo perché
per quanto la lingua italiana può rappresentare il vestito buono da
mettere nelle circostanzi importanti, il dialetto è la PELLE che ognuno di
noi ha attaccato addosso e la porterà sempre con sé”.
POESIA : “ORGOGLIO”
Mentre cammino,
e spendo un passo dopo l’altro
solo la luna resta a farmi compagnia.
Consumo il cuore sulla pietra
Ruvida e crudele di antichi films
E sogni mai realizzati,
vivendo l’illusione come una storia
scritta e già vissuta.
Ti cerco ogni mattina,
vedo le tue forme sul cuscino,
allungo la mia mano
che si ferma sull’invano,
mentre il sogno già scompare
col sapore dei tuoi baci
e il calore del tuo corpo su di me.
In questo letto stretto di emozioni
Resto a naufragare,
cercando un’isola lontana
che faccia riposare questo amore rassegnato
nutrito di illusioni e coccolate dal mio cuore,
smarrito sulla strada
della nostra ipocrisia.
Questa poesia è tratta dalla raccolta “Sorsi di versi” pubblicata nel 2010 dalla Proloco Padulese, fortemente voluta dal Presidente Renzo Mazzeo, fiero di aver congiunto gli obiettivi perseguiti dalla Proloco con le esperienze di Saccone. Anno 1957, Giovanni ha intrapreso un “viaggio” tra le fontane del paese in onore di Pio D’Alessandro il quale citava “Non rispettare le nostre pietre significa non amare le nostre radici”.